Vaccini antiCovid-19
Cosa sapete sul Vaccino antiCovid-19 ?
Facciamo chiarezza
Media, web, giornali, televisioni, radio, danno ripetutamente da giorni e giorni la notizia che “finalmente” abbiamo il vaccino antiCovid-19 e con notevole enfasi e spettacolarità si è iniziato in Europa a vaccinare le persone più esposte al virus, cioè i sanitari e gli anziani delle case di riposo.
Ma a parte quello che ci dicono a volte in modo anche illusorio e inesatto, cosa sappiamo veramente sul vaccino antiCovid-19 ? Com’è fatto, protegge dall’infezione del virus e dalla sua trasmissione, è sicuro ed efficace anche per le varianti del virus ?
Infine, tutti conosciamo la parola “vaccino”, ma sapete cosa sono i vaccini, come sono prodotti, cosa contengono, come agiscono, qual è il tempo di durata dell’immunità ?
Cominciamo da questa base per poter capire meglio di cosa stiamo parlando.
Cos’è un vaccino e a cosa serve
Un vaccino serve per fare reagire il sistema immunitario contro uno specifico agente infettante (virus o batterio o parassita es. malaria), che può causare una malattia grave e a volte mortale.
Con la vaccinazione il sistema immunitario viene a contatto con lo specifico agente patogeno in esso contenuto, senza che questo provochi la malattia. Se la persona vaccinata nel futuro entrerà in contatto con quello specifico agente patogeno, il suo sistema immunitario lo riconoscerà e lo renderà inoffensivo.
Un vaccino per esercitare la funzione di protezione e di difesa deve contenere una porzione dell’agente infettante contro cui il Sistema immunitario dovrà reagire per difendersi.
La regola generale è che le vaccinazioni sono raccomandate solo se il beneficio supera il rischio di causare effetti negativi.
I diversi tipi di vaccino:
1.Vaccini con l'agente infettante vivo ma in forma attenuata, cioè manipolato per renderlo meno aggressivo riducendone la capacità di moltiplicarsi. È il metodo di vaccinazione più efficace ma richiede cautela, in quanto provoca una risposta immunitaria forte e duratura nel lungo periodo di tempo, per cui dopo 1-2 dosi non occorre fare altri richiami. Il limite è che questi vaccini non possono essere somministrati se il sistema immunitario è indebolito da malattie o da trattamenti con farmaci.
I vaccini vivi attenuati attualmente in uso sono: rosolia, morbillo, orecchioni, varicella, herpes zoster, febbre gialla
2.Vaccini con l’agente infettante inattivato ovvero ucciso, quindi incapace di moltiplicarsi. Questi vaccini sono meno efficaci dei precedenti, spesso infatti occorre fare dosi di richiamo. Il vantaggio è che hanno scarsi effetti collaterali e possono essere somministrati anche a soggetti con un sistema immunitario indebolito da malattie o trattamenti farmacologici.
I vaccini inattivati attualmente in uso sono: poliomelite, epatite A
3.Vaccini purificati contenenti uno o più frammenti dell’agente infettante, necessari al sistema immunitario per riconoscerlo e per attivare la protezione. Questi vaccini hanno il vantaggio di stimolare il sistema immunitario in modo mirato. La tolleranza è buona ma sono necessari dei richiami.
I vaccini purificati attualmente in uso sono: difterite, pertosse, tetano, epatite B, HPV, influenza
4.Vaccini coniugati, riguardano le infezioni batteriche e contengono zuccheri (polisaccaridi) dell’agente infettante, coniugati con una una proteina di trasporto per essere riconosciuti dal sistema immunitario. Per ottenere l’immunità, che dura solo per qualche anno, occorre fare diverse dosi.
I vaccini coniugati attualmente in uso sono: pneumococchi, meningococchi
5.Vaccini con vettore, un frammento dell’agente infettante viene inserito in un virus o in un batterio che non provoca malattia nell’uomo e che agisce da vettore-stimolatore del sistema immunitario. E’ una tecnica abbastanza recente, che è stata utilizzata nella vaccinazione contro Ebola.
Vaccini con vettore sono alcuni di quelli realizzati contro il virus di COVID-19
Il vaccino anti COVID-19:
Per gli attuali vaccini contro il Covid-19 non si può affermare con certezza che ridurranno il rischio di trasmissione del virus che, come tutti i Coronavirus, è soggetto a mutazioni frequenti come accaduto di recente per il nuovo ceppo proveniente dall’Inghilterra o quello proveniente dal Sud Africa.
Lo sviluppo di un vaccino sicuro ed efficace prima di essere somministrato alla popolazione richiede diversi anni di studi-test, a partire dal suo sviluppo fino a 4 tappe di studi clinici e infine alla commercializzazione.
In caso di emergenza, come è avvenuto per Ebola e per la pandemia da Covid-19, i tempi vengono ridotti e gli effetti della vaccinazione, siano essi positivi o negativi, saranno con chiarezza valutati solo nel tempo: nei migliori dei casi occorrono 1-2 anni.
1. Il virus del Covid-19
Per la protezione da tutte le varianti di COVID-19 occorrerebbe un vaccino in grado di indurre e mantenere risposte immunitarie forti. Per il momento sono disponibili vaccini che sono solo in grado di proteggere dalle complicazioni dei sintomi causati dal virus, rallentandone la moltiplicazione.
2.L’antigene virale da includere nel vaccino
Le spicole presenti sulla superficie dei Coronavirus (proteina S o Spike) sono il mezzo con cui anche il Covid-19 si attacca alle cellule da infettare. Occorre quindi che nel vaccino sia presente l’RNA del virus per indurre una risposta che blocca la proteina Spike e che quindi impedisce l’infezione delle nostre cellule. Questo concetto in realtà è valido per tutti i Coronavirus, non solo per Covid-19.
3.Difese immunitarie da indurre
Il vaccino antiCovid-19 induce a livello immunitario la produzione di alti livelli di anticorpi neutralizzanti il virus. In realtà è difficile, se non addirittura impossibile, ottenere solo la produzione di anticorpi neutralizzanti, poiché in contemporanea si sviluppano anticorpi non neutralizzanti che possono essere pericolosi.
4. Rischio che il vaccino possa aumentare la gravità del Covid-19
Un rischio del vaccino è quello di indurre, come detto sopra, la produzione anche di anticorpi non neutralizzanti, in grado cioè di legarsi al virus infettante ma senza neutralizzarlo. Questi anticorpi (Antibody-Dependent Enhancement) possono facilitare l'ingresso del virus nelle cellule e causare l’effetto contrario ovvero favorire l’infezione. Questo rischio è già stato riscontrato con il vaccino che era stato prodotto contro il virus SARS-Cov-1 e contro il virus MERS-CoV.
5.Soggetti vulnerabili
Indurre con un vaccino la risposta immunitaria nei soggetti più deboli a causa di malattie, trattamenti con farmaci, vecchiaia, obesità, è più difficile rispetto ai soggetti sani o più giovani.
I vaccini anti-Covid-19 sono prodotti con tecnologie relativamente nuove, sono stati selezionati e autorizzati in base alle caratteristiche scientifiche, alla disponibilità per la popolazione (numero, tempistica) e a considerazioni commerciali.
Si distinguono: vaccini con RNA del Covid-19 (Pfeizer/Biontech, Moderna) e vaccini con RNA del Covid-19 coniugato con un adenovirus vettoriale (Oxford-AstraZeneca).
I vaccini con RNA (Pfeizer/BionTech, Moderna) contengono una porzione dell’RNA del virus Covid-19, incapsulata in nanoparticelle (80 nm di dimensione) composte da lipidi (grassi). Questo tipo di vaccino è quello che si avvicina di più al naturale meccanismo di infezione del virus: è un frammento di codice messaggero (RNA) del Covid-19 che induce una reazione immunitaria contro la proteina Spike. La tolleranza alle nanoparticelle dipende dalla loro composizione, nel caso di questi vaccini sono lipidi simili a quelli presenti nel corpo umano e non contengono metalli. E’ presente polietilenglicole (PEG) per migliorare la conservazione del vaccino.
Il vaccino Oxford-AstraZeneca oltre a una porzione di RNA del Covid-19, contiene una frazione geneticamente modificata di un adenovirus del raffreddore dello scimpanzè. L'adenovirus del raffreddore dello scimpanzè, inattivato in modo da non potersi moltiplicare, agisce da vettore dell’RNA virale, contiene DNA che entra a far parte del nostro codice genetico.
Gli effetti collaterali di questi vaccini possono essere a livello locale (dolore, rossore, gonfiore nel punto di inoculi) e/o a livello generale (febbre, stanchezza, mal di testa, dolori muscolari e articolari). La durata media è 1-3 giorni e la comparsa dipende dalla reazione del sistema immunitario di ogni singolo individuo, dall'età, dallo stato generale di salute. Nei soggetti che soffrono di allergie, con debole sistema immunitario, che fanno uso di farmaci immunosoppressori o di altra tipologia, in caso di patologie autoimmuni, l’eventuale vaccinazione deve essere accompagnata da test e misure precauzionali.
Alle autorità di controllo dei vari paesi sono stati segnalati alcuni casi di soggetti sottoposti a vaccinazione antiCovid-19, che hanno avuto effetti collaterali gravi ovvero shock anafilattico.
E’ presto per trarre conclusioni certe sugli attuali vaccini antiCovid-19, solo il tempo (anni) potrà dire se sono efficaci e sicuri nonostante le variazioni a cui va incontro il virus e se garantiscono un’immunità tale nel tempo da poterne debellare la diffusione e i contagi.
I soggetti vaccinati, alla luce di queste incertezze, dovranno comunque continuare a rispettare le regole di igiene e di comportamento sociale finora perseguite, in quanto al momento si sa solo che il vaccino aiuta a proteggere dai sintomi causati dall’infezione. Anche la durata del periodo di protezione non è nota né si sa nulla di preciso se il vaccino antiCovid-19 interferisce con quello anti-influenzale.
Al momento si fanno solo deduzioni ipotetiche, in prevalenza basate su studi fatti su modelli animali.
Vaccini disponibili antiCovid-19:
Gli studi sono finanziati dalle stesse multinazionali produttrici
BNT162, Pfizer – BioNTech, vaccino con mRNA del virus per proteina Spike del SARS-CoV-2, incapsulato in particelle lipidiche (nanoparticelle).
mRNA-1273, Moderna, vaccino con mRNA del virus per proteina Spike del SARS-CoV-2
ChAdOx1, AstraZeneca, vaccini con adenovirus del raffreddore di scimpanzé come vettore e mRNA del virus per proteina Spike del SARS-CoV-2